ALCUNI CENNI SULLE MALATTIE PIU' COMUNI

 

Quando un pesce rosso si ammala la causa va quasi sempre ricercata in problemi ambientali. I Carassius sono animali ritenuti facili e adattabili ma... non è cosí !
Prima di tutto parliamo delle dimensioni dell'acquario: i Carassius devono essere allevati il GRANDI vasche fornite di potenti filtri biologici e riscaldate ( 24° sono ormai lo standard per le specie ornamentali ). Andrebbero calcolati almeno 50 litri a pesce quando sono giovani, sui 5 cm; questo è normalmente la prima causa di morte e di malattia nei Carassius. Anche se gli animali sono piccoli, amano ampi spazi dove nuotare, sopratutto se volete vederli crescere negli anni e diventare grandi adulti di valore, Negli esemplari di 2 anni delle specie ornamentali, il solo corpo esclusa la coda dovrebbe misurare almeno una decina di centimetri, per una larghezza di 7-8.
Nella forma classica invece - per intenderci il pesciolino rosso da fiera, più simile alla carpa - in due anni i pesci arrivano anche a 25-30 cm senza problemi. Questo tipo di Carassius dovrebbe essere allevato solo NEI LAGHETTI, infatti, e non in acquario. Il Carassius è un animale molto intelligente che soffre la prigionia ed il sovraffollamento nelle piccole vasche. Io ho notato che nella mia vasca di 600 litri, anche se sono presenti molti animali, il fatto che possano appartarsi se lo desiderano, li rende molto tranquilli. Il che significa che se vi organizzate con una vasca bella grande, potete anche ospitare qualche specie in più del mero calcolo matematico; l'importante è che possano stare da soli e tranquilli se lo vogliono.
Chiarito questo punto ( purtoppo raramente conosciuto o riferito dai negozianti improvvisati) testate Nitriti e Nitrati: i primi devono essere zero spaccato, i secondi inferiori a 15 mg/l (per le specie con occhi sporgenti, Demekin, Celestial e in particolare Bubble-eye, i valori di No3 non dovrebbero mai superare i 5-10 mg/l). Se i nitrati risultano superiori, fate un cambio di 1/3 dell'acqua SIFONANDO ACCURATAMENTE IL FONDO. Se invece c'é presenza di Nitriti, togliete i pesci e ricominciate da zero con l'acquario, perché far partire un filtro con gli animali dentro è molto difficile e pericoloso per i pesci. Ora, presupponendo che la vostra acqua presenti No2 zero e No3 zero, questi sono sintomi che potrebbero comunque presentarsi:

 

Pinne sfilacciate o corrose
Cominciamo col dire che questo è normalmente manifestazione di un infezione batterica, che può essere causato da vari fattori. L'animale non è realmente in pericolo finché la corrosione non arriva al corpo, ma certamente è indice che qualcosa non va nell'ambiente. Vi consiglio di testare la conduttività, come prima cosa, perché anche se è vero che il Carassius non ha problemi con l'acqua dura, è vero altresí che tutto dipende da dove l'animale proviene e in quale acqua è stato allevato. I pesci di importazione orientale (normalmente hanno prezzi piuttosto alti) amano una conduttività media, per intenderci meglio usare 1/2 di acqua di osmosi inversa e 1/2 di acqua di fonte dura... L'acqua di rubinetto, per quanto possibile, andrebbe evitata, può contenere una serie di elementi debilitanti, a parte il cloro che è il più evidente. Se la conduttività supera i 1000 microsiemens, allora dovete tagliarla con osmosi. In linea di massima una conduttività di 700-900 è ben tollerata. Un'altra causa è la presenza di materiale in decomposizione o di un'eccessiva presenza batterica (anche benigna) sul fondo. I Carassius hanno generalmente pinne lunghe; quando dormoni i pesci restano appoggiati sul fondo, e spesso, se il ghiaino non è pulito e sifonato perfettamente, micosi e batteri possono attecchire senza problemi alle pinne. Perciò, anche se gli No3 sono zero, voi sifonate sistematicamente il fondo almeno ogni 2 settimane, insistendo maggiormente nel punto dove li vedete andare a dormire (sono normalmente abitudinari e si scelgono un angolino preferito per il sonno).

 

Galleggiamento rovesciato o instabilità
I Carassius sono animali molto delicati perché la selezione per ottenere specie dalle forme più strane, ha fatto sí che gli organi interni siano molto compressi. Questo significa che un'alimentazione eccessiva o errata, può ripercuotesi sulla loro capacità di utilizzare la vescica natatoria, che è una piccola sacca situata sopra all'intestino, e che, proprio come una piccola camera d'aria, può riempirsi e svuotarsi garantendo al pesce stabilità anche quando non nuota. Nel Carassius, dato che ogni organo è stipato nel corpo, basta un eccesso di cibo per rendere impossibile il gonfiamento della vescica natatoria. In questo caso, dopo un giorno di digiuno, il pesce dovrebbe tornare a nuotare normalmente. Se il problema persiste, provate a dare ai vostri amici per una settimana larve di zanzara o mangime che scende subito verso il fondo; il Carassius spesso è un festoso mangione, e affannandosi in superficie per ingozzarsi, oltre al cibo può inghiottire dell'aria, che, ovviamente, necessita qualche tempo per venire eliminata dall'intestino.
Il galleggiamento anomalo, con il tempo, può causare una serie molto lunga di patologie fra le quali la prostrazione fisica, eventuali malformazioni alla spina dorsale fino ad arrivare alla morte per inedia. Una patologia molto grave e che, da una nostra ricerca, è risultata strettamente legata ai problemi di galleggiamento, è la (aimè) famosa Idropisia, una malattia di cui, ancora oggi, non si conosce con certezza la causa ma che porta inevitabilmente alla morte e che si manifesta con il rigonfiamento graduale del pesce fino ad arrivare al sollevamento delle squame e talvolta anche all'estroflessione dei bulbi oculari. Abbiamo sperimentato una "cura" prendendo ispirazione da un'idea dell'acquariofilo sudamericano Centaurii, ampliandola, sopratutto nella preparazione, al fine di renderla di semplice utilizzo da parte degli appassionati. Questa ricetta è utile in caso di manifestazione della malattia, ma il suo utilizzo è assolutamente consigliabile in forma preventiva, in particolare per tutti quei Carassius che hanno forma estrema o che hanno mostrato problemi nell'assetto del nuoto.

 

Cura dei piselli
indicata in caso di nuoto irregolare o insabilità del pesce, in caso di gonfiore anomalo oppure al manifestarsi dei primi sintomi dell'idropisia (ventre gonfio e squame rialzate).
Lista della spesa:
  • una scatola di piselli fini
  • una confezione di chironomus congelato
  • vitamine liquide (meglio quelle utilizzabili direttamente nell'acqua dell'acquario e non quelle da aggiungere al cibo, talvolta il loro odore non piace ai pesci)
  • una confezione di aglio in polvere (si trova al supermercato, nello stesso scaffale delle spezie, accertarsi che il barattolo contenga solo ed esclusivamente aglio e che sia in polvere, non in scaglie o a pezzetti)
Somministrazione:
  • Per prima cosa, portare la temperatura dell'acqua dell'acquario a minimo 25°C. o alzatela di un grado in confronto alla normale temperatura.
  • Poi somministrare le vitamine liquide seguendo le istruzioni specificate sulla confezione.
  • Aprire quindi la scatola di piselli fini e cuocerli per una decina di minuti in un pentolino con il liquido che c'è dentro la scatola (che dovrebbe essere composto solo da acqua, zucchero e sale). Una volta pronto, far raffreddare i piselli in modo che restino tiepidi (provare ad assaggiarne uno per vedere che non scotti) poi sciacquarli bene e scolarli (per fare prima si possono sciacquare, subito tolti dal fuoco, in acqua fredda o tiepida).
  • Darli da mangiare al pesce malato e anche agli altri (i piselli piacciono in modo incredibile a tutti i pesci, lo mangiano addirittura i discus, e la loro schizzinoseria è risaputa!) prendendo un pisello per volta, togliendo la buccia (quando sono cotti viene via molto bene) e schiacciandolo un po'. Se si possiede un robot da cucina o un aggeggio tipo mini pimmer (o pinner, boh, insomma, quei cosi con le lame in fondo con cui si possono fare le passate di verdura anche in piccole dosi) allora è possibile preparare una dose unica da tenere in frigo e somministrare di tanto in tanto, come cura preventiva. Se si usa questo metodo (che effettivamente, per esperienza è il migliore, perché si macinano anche le bucce che contengono fibre) bisogna "frullare" i piselli sempre senz'acqua di cottura dopo averli sciacquati e scolati, e poi, con un cucchiaino, prelevare un po' di "purea", metterla nell'acqua senza farla cadere tenendo il cucchiaio "in pari" e provare ad avvicinarla ad i pesci... Dopo un primo assaggio, faranno a botte per mangiarla :))) Comunque, anche se ne cadesse sul fondo, non bisogna preoccuparsi, la mangeranno tutta fino all'ultima briciola... Alla peggio, dopo una mezz'oretta, toglierla con il sifone o con un tubo sottile.
Siccome è necessario dare i piselli per diversi giorni prima di una "guarigione", è importante organizzarsi con le larve di zanzara (chironomus) congelate che si acquistano nei negozi d'acquariofilia; questo perché per qualche giorno il pesce non dovrà mangiare alcun cibo secco, che nell'intestino si gonfia e, quindi, può creare dei blocchi intestinali; sarà perciò necessario nutrire i pesci in questo modo:
  • Alla mattina chironomus e alla sera solo piselli.
  • Continuare questa dieta per due o tre giorni.
In caso si notasse un rapido deperimento degli animali, oppure i sintomi non scomparissero entro il terzo giorno, somministrare per un giorno solo chironomus alla mattina e anche alla sera, e poi riprendere il giorno seguente con il trattamento, somministrando nuovamente le vitamine e effettuando i test di No2 e No3 (i primi devono essere zero, i secondi inferiori a 10 ppm (milligrammi per litro).

 

N.B. :
in caso di inappetenza del pesce, qualche ora prima della somministrazione dei piselli, preparare un composto a base di aglio in polvere (acquistabile presso qualsiasi supermercato) prelevando un bicchiere d'acqua dell'acquario e sciogliendovi una quantità variabile di aglio in polvere calcolando un cucchiaio da minestra easo ogni 100 litri e versando poi il composto (ben disciolto) nel flusso di uscita della pompa.
Ichthyo, vescichette, vermi esterni ed altre schifezzuole manifeste sono tutte causate da qualcosa che non va nell'ambiente. Inquinamento, temperature al di sotto dei 16°(o comunque nettamente inferiori alle temperature alle quali sono abituati) acqua troppo dura o troppo tenera e spazio ristretto, sono le cause del 99% delle malattie visibili del Carassius. Come tutti i pesci, il Carassius è un animale fondamentalmente "sano come un pesce"; il muco che lo ricopre quando è in buona salute, lo difende dalla maggior parte delle malattie (che sono moltissime e sempre presenti in acquario). Cosí come i nostri anticorpi ci proteggono dai bacilli e dai virus, cosí nel pesce, se allevato in ottime condizioni, sarà il proprio organismo a reagire da solo per difendersi dalla malattia. L'ichthyophthiriasi, in particolare, è una malattia tipica dello stress, perciò può comparire se l'animale è stato trasportato per un lungo viaggio o se ha subito uno choc di qualche genere. Si possono usare medicine (attenzione ad evitare i cocktail di medicinali) ma bisogna accertarsi di rimuovere prima le cause che hanno generato la malattia, altrimenti, finito il periodo di cura, l'animale si ammalerà di nuovo.

 

Morte senza segno di cause apparenti
Chi ama i Carassius deve sapere che si tratta di pesci molto molto delicati, principalmente a causa delle loro forme bizzarre. Come abbiamo già visto, gli organi interni sono compressi in un corpo non propriamente naturale. Spesso, perciò, la morte è causata da eccessivo affaticamento degli organi (il cuore, in particolare) che possono venire compressi anche solo, ad esempio, da un pasto eccessivo. Ci sono poi esemplari con problemi congeniti, come in tutti gli esseri viventi, che non possono essere rilevati senza un'esame interno.

 

Siate critici e cauti
A volte la causa della morte è la trascuratezza di chi li ha allevato i Carassi prima di voi. Questa creatura è da sempre maltrattata dalla maggior parte dei venditori. Basta guardarsi intorno ai Luna-Park o alle fiere per inorridire. Per acquistare esemplari che abbiano buone possibilità di una lunga e felice vita, giudicate con occhio critico il negozio che li vende e il grado di cultura del negoziante, cosí come dovreste fare per qualsiasi pesce acquistato. Le vasche dei Carassi sono grandi e pulite? I pesci sono festosi e ricettivi agli stimoli? Il corpo appare pulito, lucente e privo di desquamazioni estese (una squama isolata può anche mancare, ricrescerà!) ? I pesci si dimostrano socievoli con i compagni di vasca? Gli occhi estroflessi dei Demekin (i moor) sono puliti e privi di appannamenti? I corpi dei pesci scuri sono vellutati e privi di macchie grigiastre? I wen (le criniere) dei Ranchu (testa di leone) sono compatte, gonfie e prive di lacerazioni o fungosi? Bene, potete andare abbastanza tranquilli! Chiedete al negoziante da quanto tempo sono arrivati quei pesci: se sono arrivato da meno di una settimana aspettate a comprarli. Domandate anche qual'é la conduttività dell'acqua della vasca, in modo da calcolare il periodo di adattamento per inserirli nel vostro acquario ( calcolate 1 ora per ogni 100 microsiemens di differenza e comunque, di regola, aggiungete nel sacchetto 50 ml. circa (una tazzina di caffè) della vostra acqua ogni 5 minuti effettivi per almeno mezz'ora prima di lasciarli uscire.