CHIAMATEMI CARASSIUS

 

Una ricerca di Patrizia 'blue' Spinelli dedicata al pesce più famoso (e meno conosciuto) del mondo!

 


 

INTRODUZIONE

 

Il pesciolino rosso è, fra tutti, sicuramente quello che più rappresenta il primo approccio con l'acquariofilia... Li abbiamo vinti alle fiere da bambini, li abbiamo poi cresciuti e amati, gli abbiamo dato un nome... Il nostro pesciolino rosso è stato per molti il primo animale-amico.
Ma per quanto possa sembrare incredibile, quasi nessuno di noi conosce VERAMENTE questa piccola, delicata creatura. I motivi sono principalmente due: il primo è la collocazione geografica dell'Italia, raggiungibile dall'oriente attraverso mare e cielo e per questo destinazione d'arrivo del Carassius auratus, ma troppo lontana per importare, insieme al pesciolino, anche l'antichissima cultura che lo ha generato. Il secondo motivo è la riproduzione e la commercializzazione eccessiva di questo animale, che ha causato una specie di abitudine nelle persone: il triste risultato è che il pesce rosso costa poco, si trova dappertutto e molti sembrano aver dimenticato che è un animale con le sue necessità e i suoi diritti.
In particolare, quest'ultimo punto è alla base del gap culturale che divide l'Italia dalla cultura ittica orientale e, da qualche anno, anche americana: la diffusione ma sopratutto la riproduzione selvaggia ottenuta in Europa senza il rispetto delle forme e delle specie riconosciute in Asia, ha generato intere generazioni di Carassius dal pedigree "bastardo" che ha inquinato la razza, svalutando (esteticamente ed economicamente) il pesce.
Grazie a internet e al suo " villaggio globale", adesso è finalmente possibile ripercorrere la storia del nostro pesciolino rosso e rendergli tutti gli onori dovuti. Certo, è ancora difficile trovare in Europa esemplari che rispettino gli standard originali al 100%, ma è già un inizio: come dice l'adagio orientale "anche il cammino più lungo comincia con un solo passo".

nota dell'autrice
Ho messo insieme questo articolo dopo più di un anno di ricerche. L'ho fatto perché ero stanca di sentir parlare del povero pesce rosso come di un animale senza pretese, che non meritava un trattamento dignitoso solo perché considerato resistente o per il suo basso costo. L'ho fatto perché trovo inammissibile che si possa discriminare un essere vivente solo perché non accetta di morire nonostante le sofferenze cui viene sottoposto o perché gli allevatori non sono riusciti a trasformarlo in uno strumento di speculazione. E l'ho fatto perché io amo queste creature; dentro di loro -di ognuno di loro- vive la storia, una storia lontana, poetica e misteriosa, che il nostro stile di vita occidentale deve interpretare prima di poterla comprendere, una storia che richiede attenzione e apertura mentale e innocenza, per essere apprezzata. Una storia che il tempo non è riuscito a cancellare e che vive e respira ancora oggi, nascosta fra le squame lucenti di un piccolo, umile, pesciolino dorato.